A Sud del Sud. Quasi fuori dalla carta geografica
"Cominciai a volare verso sud, facendo i gesti del nuoto a rana, perché fra nuotare e volare non c'è molta differenza. Giunto sulla perpendicolare di Capo Horn mi guardai intorno e vidi, come se fossero nel palmo della mano, Punta Arenas con la tomba dell'Indio desconocido nel cimitero, l'albergo Los Navigantes dove avevo alloggiato, Puerto Natales, El Paine e la Cueva del Milodón, con lo scrittore Bruce Chatwin che si mette gli scarponi al collo, l'estancia San Gregorio, Puerto del Hambre, l'isola Dawson, il Monte Sarmiento, il labirinto dei canali della Terra del Fuoco attraversati con la barcaza Bahia Azul, la Terra dei Fuochi fra Napoli e Caserta, Ushuaia, Puerto Williams e le villette dei militari con le cataste di legno sull'attenti, il bar di Loreto, e poi ancora Wulaia, Darwin e dintorni, Capo Horn sotto i miei piedi. Temetti di cadere per la vertigine, però mi appoggiai ad una nuvola gonfia d'acqua e grandine e potei vedere, sotto il mare viola zigrinato dal vento, il nero fondale ricoperto di alghe giallastre, le quali nascondevano i cinquecento relitti affondati nel corso dei secoli, ai quali si erano aggiunte le due valigie naufragate da poco. E mentre mi rilassavo, capii come il significato della poesia 'L'Infinito' stesse cambiando, anzi si raddoppiava di senso, più di quanto Leopardi avesse mai immaginato. Se ermo colle è Capo Horn e non il Monte Tabor di Recanati e se gli interminati spazi ed i sovrumani silenzi e la profondissima quiete non sono quelli che vedeva dall'Appennino all'Adriatico, ma quelli che vanno dal mare di Drake fino al Polo sud, allora non mi resta altro da fare che tuffarmi nell'acqua freddissima, mischiarmi relitto fra i relitti, naufragare senza dolcezza in questo mare fra vascelli, centollas e aragoste le quali già stanno frugando nella mia valigia per capire davvero il senso dell'ultimo verso della poesia."
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