Storia minima
Un protagonista senza nome, una città ignota. Un ragazzo, di quelli che oggi si chiamano scoraggiati, alle prese con il terrificante mondo contemporaneo: assenza di lavoro e precarietà amorosa. Angosciato dall'inutilità dei suoi giorni, è preso dal vago proposito di dare forma alla negatività che lo circonda scrivendo un romanzo. Purtroppo per lui, si troverà a fare i conti con il fatto che tutti i modelli introiettati fino a quel momento risultano inadatti. I romanzieri hanno per la maggior parte narrato esistenze coese, avventure epiche, mentre la sua vita è un insieme di episodi sparsi e senza alcuna portata grandiosa, sia pure tragica - è piuttosto "una pagina di giornale piena di trafiletti l'uno indipendente dall'altro" o "un vortice di sporcizia stradale fatto mulinare dal vento". Nel mentre il personaggio si dissipa, in una malsana forma di cupio dissolvi, tra relazioni senza senso di un giorno e folli incontri con gente a cui sceglie di accompagnarsi unicamente per lenire la sua solitudine. Questo fino a quando ritroverà una vecchia amante a cui deciderà, secondo un sistema di valori completamente distorto, di "salvare la vita", riuscendo solo a condurre tutto verso l'estremo tracollo. "Storia minima" è, nelle parole del prefatore, lo scrittore Franz Krauspenhaar, "un romanzo maturo, non di formazione, ma di coraggiosa accettazione del reale".
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