Giulio Gambelli. L'uomo che sa ascoltare il vino
Giulio Gambelli è un orso. Scontroso, taciturno, si muove lento, ma emana un'energia straordinaria e i suoi gesti sono precisi, delicati, guidati da una sensibilità che va oltre quella che ci si può attendere da un uomo di quella stazza. Il suo naso è un laboratorio istintivo, immediato, così come senza mediazioni è il suo carattere, e con quel naso e con quel carattere ha contribuito, più che qualsiasi altra persona, a rovesciare il modo di fare vino in Toscana. La vita di quest'uomo è raccontata da una scrittura quasi naif, toscana fino al midollo, fatta di ironia, di frammenti gergali, di entusiastici coinvolgimenti; una scrittura disordinata all'apparenza, ma che poi si scopre ordinata da una logica diversa: non sono i fatti che determinano il flusso del racconto, ma le sensazioni che si provano, gli odori. Nulla di meglio per raccontare la vita di un uomo eccezionale, che ha lavorato per moltissime aziende diventando l'enologo per eccellenza senza averne il titolo, un uomo contro tutti, a suo modo un ribelle, certamente un toscano della razza più pura. La passione per la caccia lo fa un uomo ottocentesco, legato a tradizioni ancestrali, ma la sua modernità è fatta di silenzi.
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