Carmi priapei. Testo originale a fronte
All'ingresso degli orti latini un idolo di legno assicurava prosperità e sicurezza grazie a un'arma speciale: un gigantesco membro. Quella minuscola divinità dal corpo tarchiato era Priapo, cui un ignoto poeta dedicò all'inizio dell'era volgare la scintillante collezione dei Carmina Priapea, canti osceni che calarono - come orda goliardica - nel bel mezzo della gravitas romana. Immergersi nel puro divertimento, scurrile e sfottente, di questi canti, vale a cogliere la leggera libertà del mondo pagano, bel diverso dalla lugubre monotonia pornografica dell'odierna sessualità: tripudio di un misero priapo sorretto da fetidi zabaglioni - non più dalla gioia di vivere.
Al momento non disponibile, ordinabile in 3 settimane circa