Torino da bere. Nel tempio della cultura della moto parcheggiata sul sagrato
Diario torinese scritto da uno che il capoluogo sabaudo lo conosce appena, giusto di vista. Cronaca confusa e strampalata di giorni e notti popolate da personaggi teneri, inquietanti, impossibili. Costretto, come la generazione dei trentenni, a rimanere nel limbo dei giovani che invecchiano con l'obbligo dell'orsacchiotto per dormire e la nostalgia dell'album dei calciatori, l'autore sopravvive a quelli che se la passano e lo divorano, prospettandogli come ricompensa un'esistenza appena decente. E la moto gli salva la vita.