Anche i cani feroci ridono (quando nevica)

Anche i cani feroci ridono (quando nevica)

Helen è una giovane nigeriana che decide di migrare in Europa non in fuga da conflitti o persecuzioni, ma per una legittima aspirazione a una vita migliore. Il lungo viaggio attraverso il continente africano si rivela ben presto un incubo: ostaggio di spietati trafficanti di esseri umani, si trova a sottostare a un'inenarrabile serie di violenze fisiche e psicologiche, a continue estorsioni di denaro, a terrore e umiliazioni. In questa lenta e inesorabile discesa agli inferi, in cui la stessa sopravvivenza è perennemente appesa a un filo, anche la fiducia nei compagni di destino finisce per vacillare, persino quando hanno le parvenze di angeli custodi. Sempre più prostrata e rassegnata, Helen resiste grazie a un mondo parallelo che ricrea nei contatti epistolari con la famiglia, immaginando uno sguardo esterno che le permette di prendere le distanze da ciò che è costretta a subire. Tra attese spossanti e amare disillusioni, la ragazza riesce infine ad approdare in Europa, fiduciosa di trovare accoglienza e pieno riconoscimento di una propria identità e dignità. Ma nuove e impensabili traversie la aspettano. Con una prosa incisiva di chiara impronta teatrale, Maxi Obexer dà voce e volto al dramma contemporaneo delle migrazioni, calandosi magistralmente nella prospettiva dell'Altro. In questo suo crudo, lancinante racconto il "diverso" non è il migrante, ma colui che lo guarda attraverso le lenti della narrazione mediatica o dell'indifferenza: il diverso siamo noi.
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