Il morto nella roccia
Primi anni novanta, val di Fleres, estremo nord dell'Alto Adige. Un'esplosione nel cantiere di una galleria fa emergere dai detriti di roccia il cadavere di un uomo in abito elegante e con una misteriosa ventiquattrore. Chi diavolo è? Com'è finito lì? Si tratta di un incidente o di un omicidio? La vicenda, apparentemente inspiegabile, è forse legata a quell'opera capitale che è il tunnel di base del Brennero, il cui tracciato attraversa lo stesso territorio e che ancora oggi, a distanza di trent'anni, non cessa di suscitare discussioni e polemiche? Se lo chiede l'irrequieto camionista Tschonnie Tschenett, simpatico sbruffone e bevitore impenitente, rientrato da qualche tempo nella sua terra d'origine e trovatosi per pura coincidenza sul luogo del rinvenimento. A corto di incarichi di trasporto e con la propensione a cacciarsi nei guai, Tschenett chiede supporto all'amico poliziotto Totò per indagare privatamente sul caso, imbattendosi in tipi loschi, contadini male in arnese, servizi segreti, biechi speculatori collusi con la politica e un'irresistibile geologa dai capelli rossi. Una spy story venata di comicità, un romanzo che alla compattezza del genere poliziesco unisce le colorite sfumature idiomatiche di una terra di confine e plurilingue, dove emergono, in tutta la loro peculiarità, tratti psicologici e sociali divertenti e inquietanti al tempo stesso.