Confinandanti
"Due rami di famiglie, uno veneziano e uno austriaco. Due viaggi paralleli di protagonisti che non si conoscono, che si incontrano ma non sanno e non sapranno mai quanto le loro discendenze saranno un giorno destinate ed intrecciarsi. Donne e uomini caratterizzati da un aspetto che li accomuna: quello di vivere sempre ai confini. Fra coerenza e fantasia, fra conformismo e irriverenza, fra ragione e follia. Un coagulo di significati, di aspettative, di ansie che si incarnano in un essere umano: un bambino. (...) figlio bastardo come tanti dei territori che furono governati dalla duplice monarchia austro-ungarica, il nostro racconta fantasticamente (...) la sua vita nella follia partendo dalla storia dei nonni, per dimostrare che siamo un po' tutti il frutto di una dannazione genealogica, (...) di un desiderio di trasgressione 'assolutamente normale' che ribolle da generazioni nella parte oscura delle nostre biografie e diventa visibile solo in certi momenti." (Paolo Rumiz, "Il Piccolo")