Precario e benedetto. Cammino di misericordia di un itinerante
"Non sono uno scrittore, ma scrivo perché non vada perso il resto del cibo che mi ha miracolosamente tenuto in vita fino ad ora. Forse potrei chiamare questo scritto 'lucernario', un rituale di luce; una luce non violenta, una fiamma umile, intensa e trepidante che scaturisce dal cero pasquale. 'Un fuoco amico' più simile al roveto ardente che ad una foresta in fiamme. Scrivo per condividere la benedizione che mi è toccata in sorte come prete precario..."
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