Impressioni e paesaggi della vecchia Castiglia
Quando nel 1918 pubblica "Impresiones y paisajes", la sua opera prima, Federico Garcia Lorca ha vent'anni. Fra poco egli sarà la punta di diamante della Generazione del '27, lo straordinario manipolo di poeti, formato da lui, Guillén, Alonso, Alberti, Cernuda, Aleixandre, Altolaguirre. Il suo caso esploderà, a livello nazionale e internazionale, come quello di una meteora nei cieli della poesia, ma all'età appena di trentotto anni finisce tragicamente durante la guerra civile spagnola. In queste pagine il giovane autore mostra di disporre di una fantasia prodigiosa, capace di dare carne e sangue ai fantasmi, di leggere in controluce lo spettro sfuggente della realtà. La prova è negli scorci dei paesaggi castigliani, dove l'arcaicità, il mistero del manufatto umano, l'incontro con il messaggio della storia e della natura, in breve le varie manifestazioni paesaggistiche risultano magiche e sinergiche contattazioni di scacco e di utopia, di verità, di invenzione e di memoria. Qui la scrittura, come il gusto, si rimette di volta in volta in discussione, per esaminarsi nei vibratili e lievitanti intrecci di riverberi di luce e di guizzi di oscurità, di pittoricità e di musicalità, di rinvii a situazioni in movimento in Europa e di ritorni all'anima popolare della Spagna.
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