Mazzini. Una vita per un sogno

Mazzini. Una vita per un sogno

Mazzini fu uno dei quattro Padri fondatori della patria: con Cavour, con Garibaldi e con re Vittorio Emanuele II. Il quale ultimo sembrò, in un primo tempo, accaparrarsi il titolo in proprio, nei libri di scuola. Ma poi la storia ha provveduto, con la sua saggezza, alla correzione anagrafica. Mazzini, cospiratore carbonaro, agitatore rivoluzionario, esule in Francia, in Svizzera e, a lungo, in Inghilterra, triumviro della repubblica romana, fu, nei dieci anni e nei trenta mesi che fecero l'Italia, l'incudine ideale su cui batté il martello politico di Cavour, in 'concordia discors" l'uno con l'altro. Dopo la caduta della repubblica del '49, dopo le forche di Belfiore e la mancata insurrezione di Milano, parecchi mazziniani si distaccarono dal maestro e riposero nel cassetto il loro sogno giovanile. Una diaspora che lo ferì ma non lo disarmò. Continuò con ostinazione a predicare e a sognare: quella sua predicazione, che assomigliava - dice Omodeo - ai motivi suonati da una vecchia fanfara che riuscivano ad animare i giovani oltre ogni stanchezza, indifferenza, incredulità. Egli era Mazzini, una tradizione, un mito, un fremito, un nome non sostituibili.
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