Anima. Muse malinconiche
Ogni lutto è una crisi e ogni crisi comporta un lutto: è così per i cambiamenti, i momenti di difficoltà, le fasi di stagnazione in cui ogni precedente entusiasmo sembra spengersi, per le piccole e le grandi disillusioni. Tuttavia, sono davvero pericolose e maligne, come scriveva Rilke al giovane poeta, soltanto quelle tristezze "che si portano tra la gente per soverchiarle col rumore". Esse, "come avviene per le malattie trattate superficialmente e in maniera sconsiderata, fanno solo un passo indietro", e ristagnando nell'intimo, lo allagano minacciose e ormai incomprensibili, per poi erompere, dopo una pausa, ancor più paurosamente; mentre "sono vita, vita non vissuta, avvilita, perduta", che soffoca poco a poco ogni altra possibile vita. Diversamente accade, invece, quando la malinconia diviene un'ospite ben accolta, e con essa il sentimento, alla fine rasserenante, che l'impermanenza è sì all'origine del dolore, ma è anche compagna inseparabile della bellezza e del piacere d'esistere; e del "fare anima".
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