Mistero impenetrabile. La scienza come lotta pro e contro la natura

Mistero impenetrabile. La scienza come lotta pro e contro la natura

Nel pieno della maturità, Erwin Chargaff -grande scienziato e umanista dai vastissimi interessi - compì un'"acrobazia" sorprendente: balzò giù dalla groppa della tigre che aveva cavalcato con successo per tanti decenni (prima come chimico, poi come bicchimico) e iniziò a denunciare con veemenza, appena mitigata da un'amara ironia, i pericoli insiti in una ricerca scientifica sempre più spregiudicata. A suo dire, "violando" due nuclei - quello dell'atomo e quello della cellula - la scienza ha oltrepassato un punto di non ritorno, un limite che avrebbe invece dovuto temere, compiendo un atto che in altri tempi sarebbe stato definito un sacrilegio. L'accusa di Chargaff si indirizza in particolare nei confronti dell'ingegneria genetica, che procede con passo spedito verso la creazione della vita umana artificiale, scardinando l'ordine naturale e configurando un futuro pieno di incognite. La scienza - quanto meno la sua parte più intraprendente - pare aver scommesso tutto sul progresso tecnologico, sulla scoperta sensazionale, sulla violazione sistematica di ogni confine, incurante di qualunque obiezione di carattere etico. Per Chargaff si tratta di un errore fatale, alimentato da giganteschi interessi finanziari e riconducibile al riduttivismo meccanicistico della nostra epoca. Gli scienziati hanno smarrito il senso più autentico della ricerca, la forza liberatrice e propulsiva - innanzitutto sul piano ideale che è all'origine della loro missione e presenza nella società.
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