Luna, i falò. Il cinema di Fredi M. Murer (La)
Fredi Melchior Murer, nato nel 1940 a Backenried, sul lago di Lucerna, si è formato presso il dipartimento fotografico della Scuola d'Arte di Zurigo. Fin dai primi titoli ("Marcel", 1962, "Sylvan", 1965) ha saputo interpretare in maniera autorevole una marginalità in qualche modo walseriana, dando voce sia agli artisti ("Chicorée", 1966; "Bernhard Luginbuhl", 1966; "Sad-is-fiction", 1969) che ai montanari, visti un po' come indiani delle riserve ("Wir Bergler in den Bergen...", 1974). Il suo primo lungometraggio di fiction, "Grauzone" (1979), è una metafora complessa e raffinatissima dalle risonanze orwelliane. Raggiunge il capolavoro con "Hohenfeuer" (1985), Pardo d'Oro a Locarno, che, raccontando l'amore incestuoso di due fratelli isolati in una malga fuori dal mondo, riesce a elevarsi alla dimensione di tragedia classica. Tra le altre sue opere si segnalano "Swissmade" (1969, in 3 episodi, assieme a Yersin e Maeder), "Der grune Berg" (1990), "Vollmond" (1998) e "Downtown Switzerland" (2004). Il suo ultimo lungometraggio "Vitus" (2006), interpretato da Bruno Ganz e presentato ai festival di Berlino, Locarno, San Sebastian e Roma - dove si è aggiudicato il Premio del pubblico nella sezione "Alice nella città" - è annunciato in distribuzione in Italia. Murer è anche produttore, sceneggiatore, direttore della fotografia, montatore, attore, nonché un brillante artista grafico.