Hitler e il Vaticano. Dagli archivi segreti vaticani la vera storia dei rapporti fra il nazismo e la Chiesa
Da sempre la politica della Chiesa cattolica di fronte all'ascesa dei nazisti e al loro distruttivo dominio è un tema controverso. Pio XII è passato alla storia come 'il Papa di Hitler', un antisemita connivente, che si rifiutò di condannare il nazismo in modo esplicito e mai esortò i cattolici a opporvisi. Eppure questi giudizi si fondavano su prove sommarie perché il Vaticano ha tenuto segrete fino a oggi le carte relative alle proprie attività interne in quegli anni cruciali, sottraendole all'esame degli storici. Solo nel febbraio del 2003 la Santa Sede ha aperto i suoi archivi. Peter Godman, studioso imparziale e acattolico, è stato uno dei primi a visionare quel materiale inedito. Il suo contenuto impone una revisione del giudizio sulla Chiesa romana di quell'epoca, un'istituzione 'a più voci', tutt'altro che monolitica, in cui il legalismo ebbe la meglio sul senso morale della tragedia che si andava consumando. Intorno alla metà degli anni '30 il Vaticano redasse alcune bozze di totale condanna del nazismo, bollato come eretico, ma quando Mussolini si avvicinò a Hitler Pio XI limitò la sua esecrazione al solo bolscevismo e ripiegò sulla diplomazia. La Chiesa, insomma, fu portata fuori strada non tanto dal 'Papa di Hitler', che non fece che proseguire la politica di Pio XI, quanto da un tragico errore di calcolo e da una relazione speciale con Mussolini che, con fosca ironia, arrivò persino a proporre la scomunica del Fuhrer. Grazie alla riproduzione integrale dei documenti più importanti e all'analisi di numerose conversazioni tra Pio XI e i suoi cardinali, "Hitler e il Vaticano" è il più straordinario viaggio mai compiuto all'interno degli archivi segreti del Vaticano.
Momentaneamente non ordinabile