Ritorno dell'antisemitismo (Il)
"Sebbene il governo americano faccia fatica a riconoscerlo, e quasi nulla per adeguare la sua politica", esordisce Gabriel Schoenfeld in questo libro inquietante, "siamo impegnati in un duro conflitto con nemici che coltivano l'odio per gli ebrei come fondamento ideologico". Chiunque abbia una conoscenza, seppur modesta, degli attuali eventi internazionali, sa che il moderno mondo musulmano è l'epicentro di un odio antisemita particolarmente violento. Ma la giudeofobia è rinata in modo drammatico anche in Europa, dove si era ritenuto a lungo che fosse sopita, se non estinta. Come dimostra l'autore, essa si sta invece infiltrando, fatto inedito, perfino negli Stati Uniti, un paese dove non aveva mai trovato terreno fertile. "Il ritorno dell'antisemitismo" rintraccia le origini delle diverse matrici di questo fenomeno letale: la penetrazione della giudeofobia nel fondamentalismo islamico; la nascita di movimenti terroristici, in gran parte animati da un odio patologico nei confronti degli ebrei; la deliberata e ben finanziata esportazione dell'antisemitismo dal mondo musulmano in Europa, e da qui negli USA; la rinascita in Occidente di antiche tradizioni antisraelite, che si ritenevano estinte con la fine del nazismo. Schoenfeld dimostra che, oggi, le idee più perniciose sugli ebrei non vengono formulate dalle frange oppresse e derelitte della società, ma dagli elementi istruiti e "progressisti". Ciò vale per il mondo islamico ma è ancor più vero in Occidente. Attualmente gli antisemiti si trovano soprattutto nelle facoltà universitarie e nei grandi giornali. E se in passato l'antigiudaismo affiorava in periodi di gravi tensioni politico-economiche, oggi riaffiora invece nelle prospere e sicure democrazie occidentali.
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