L'immagine secondo Kubrick
Brillante fotografo per la rivista americana "Look", Stanley Kubrick ha compiuto il passo verso il cinema mantenendo la fotografia quale prassi artistica di riferimento imprescindibile. E da essa trae spunto questo saggio per tentare un primo abbozzo di analisi iconografica del cinema kubrickiano, a partire dal film caposaldo "2001: Odissea nello spazio". Una preziosa dichiarazione dello stesso regista, riferita a Jack Nicholson durante la lavorazione di "Shining", secondo cui il cinema si trova a "fotografare la fotografia della realtà", rende il viaggio nelle spire dell''immagine secondo Kubrick' un labirintico itinerario puntato dritto verso il cuore, l'essenza stessa dell'arte cinematografica. Le immagini cardinali dell'iconografia kubrickiana sono tre: la porta, la stanza da bagno, il corridoio. Esse trovano appropriata modulazione figurativa nei singoli film, fino all'ultimo capolavoro, "Eyes Wide Shut", in cui le immagini vertiginosamente interfacciano fra di loro il grande, enigmatico mito che chiude la parabola di rifondazione del genere umano, la civiltà, la cultura, l'arte.