John Sayles e il cinema indipendente Usa

John Sayles e il cinema indipendente Usa

Considerato uno dei 'patriarchi' del cinema indipendente americano, John Sayles è regista versatile, sceneggiatore raffinato e scrittore di profonda sensibilità politica. Dagli esordi 'minimalisti' di "Return of the Secaucus 7" e "Lianna" ai grandi affreschi di "Matewan" e "City of Hope" fino ai più recenti "Lone Star - Stella solitaria", "Limbo" e "Sunshine State", Sayles ha alternato, senza compromessi di sorta, collaborazioni con i grandi studios a opere anti-spettacolari e low budget, interrogando i luoghi oscuri della storia americana e rinnovando i generi classici di Hollywood in modo provocatorio e sperimentale, senza mai trascurare l'autenticità e la drammaticità della vita. I suoi film hanno come centro d'interesse gli uomini e le donne nel reticolo dei rapporti sociali e personali delle loro comunità e sono contraddistinti da un'ironia, da un afflato civile e da uno spirito indipendente che lo rendono una figura assolutamente unica nel panorama del cinema e della cultura del suo paese. A partire dalla ricognizione degli ultimi venti anni della produzione 'indie' americana, per giungere all'attuale generazione dei talenti, veri o presunti, emersi dal Sundance Film Festival di Robert Redford, il volume, curato da Roberto Pisoni e Giovanni Spagnoletti, cerca di illuminare la centralità 'eccentrica' della produzione di Sayles all'interno di un quadro che va da Roger Corman a P.T. Anderson.
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