Close up (1927-1933). Antologia della prima rivista internazionale di cinema
Nel corso dei sei anni di pubblicazione "Close Up" rifletté su questioni cruciali per lo sviluppo dell'arte cinematografica. Per volontà dei suoi promotori, Kenneth Macpherson, Bryher (Winifred Ellerman) e H(ilda) D(oolittle), la rivista si pose come luogo di riflessione allargata, uno spazio per il libero scambio d'idee fra operatori del settore, letterati, critici e spettatori amanti della nuova arte. I collaboratori della rivista - vi scrissero tra gli altri Gertrude Stein, Man Ray, Sergej Ejzenstejn - erano consapevoli che il cinema poteva svolgere una funzione educativa, culturale e sociale come nessun'altra forma d'arte aveva potuto fare prima; soprattutto, il cinema poteva essere un mezzo per denazionalizzare e democratizzare le culture, un veicolo di accesso a fedi e sentimenti internazionalistici. La rivista scelse da subito di porsi come faro in grado di gettare luce non solo sul cinema europeo, americano, ma anche africano e giapponese. E' proprio in relazione a questo collocarsi oltre qualsiasi nazionalità che va spiegata anche la concezione della superiorità del cinema muto rispetto al sonoro. Il cinema era medium interessante perché arte transnazionale, o, come le avanguardie dicevano in quei giorni, 'internazionale', oltre che interrazziale: l'avvento dei dialoghi avrebbe distrutto questo linguaggio internazionale, ristabilendo confini nazionali, culturali e linguistici, oltre che censure. Il volume curato da Paola Zaccaria inquadra criticamente e storicamente la 'prima rivista internazionale di cinema' - di cui presenta una ricca selezione di articoli, raccolti per argomenti: da 'cinema e censura' a 'cinema e psicoanalisi', da 'cinema e musica' al discusso ruolo pedagogico del cinema, fino all'epocale passaggio dal muto al sonoro -, nell'ambito di una ricerca multidisciplinare tesa a una riscrittura della storia culturale dei primi decenni del secolo scorso e a un confronto aperto con il dibattito contemporaneo sul modernismo, nella prospettiva di una rivalutazione dell'apporto delle donne e di figure e sperimentazioni finora ai margini delle letture canoniche.