Ori e argenti nelle Marche. Capolavori di oreficeria sacra nella provincia di Macerata
In questo volume - che attraverso la storia dell'oreficeria maceratese superstite traccia anche una storia rapida dell'oreficeria d'Italia - sfilano gli apporti di volta in volta abruzzesi-ascolani, veneti o veneziani, e infine romani (il grande Settecento), e si enucleano emergenze quali le presenze di Pietro Vannini e di Lorenzo d'Ascoli, mentre ci sorprendono capolavori quali il trecentesco reliquiario smaltato di san Severino; o, più tardi, la ricostruzione dell'attività di orafo dell'architetto Giulio Danti (la croce di Macereto), o il già noto pannello "roveresco" di Tolentino ricollegabile all'imperatore Carlo V; o, attraverso il riconoscimento di bolli e punzoni, la grande oreficeria del XVIII secolo fortunatamente in gran parte superstite nelle collegiate di Visso di Tolentino di Apiro o nella cappella di Matelica. Un'occasione per 'carezzare' l'argento e gli altri metalli preziosi, per sottolinearne il virtuosismo di riccioli, volute spirali e soprattutto invenzioni e simboli.(Dalla Presentazione di Paolo Dal Poggetto)
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