Lorenzo D'Alessandro detto il Severinate
Lorenzo d'Alessandro da San Severino (1445 ca-1501) non ha avuto grande fortuna tra i critici. Benché considerato dal grande Bernard Berenson secondo solo a Gentile da Fabriano, nessuno scrittore gli ha mai dedicato una monografia che lo facesse conoscere oltre il ristretto ambito degli specialisti e degli studiosi. Eppure Lorenzo fu un ottimo pittore, dipinse come la sua epoca voleva che dipingesse, non raggiunse le vette di un Crivelli, ma neppure la banalità di certi pittori camerinesi, tanto lodati e valutati. Oggi a questo artista certamente non marginale è stata finalmente dedicata una biografia a cui seguirà a breve la prima grande mostra antologica che resterà aperta fino a novembre. Il libro, in prevalenza di carattere storico e documentario è scritto da Raoul Paciaroni, uno studioso del luogo che da anni si impegna a far conoscere notizie e documenti sui pittori e sulle opere d'arte di San Severino. E proprio quasi esclusivamente sull'analisi dei documenti d'archivio è basata la ricostruzione della vita e dell'attività artistica del pittore. La prima parte del testo illustra infatti le vicende umane dell'artista così suddivise: la data e il luogo di nascita, la famiglia, i documenti più antichi, il primo maestro, le mogli, la casa e la bottega, le proprietà terriere, le cariche pubbliche, gli incarichi fiduciari, l'attività di musicista, i rapporti con l'intagliatore Domenico Indivini e con i pittori Ludovico Urbani e Bernardino di Mariotto da Perugia, i figli, la morte. Riguardo a quest'ultimo evento Paciaroni ha avuto il merito di fissare con precisione la data della morte del pittore, avvenuta tra l'agosto e il dicembre del 1501. Siamo perciò nell'ambito del V centenario della sua scomparsa e lo scopo della presente pubblicazione è proprio quello di ricordare l'avvenimento, quale attestato di gratitudine all'artista che, nella città natale lasciò alcune tra le più significative opere del suo pennello. San Severino conserva infatti tre preziose tavole di Lorenzo e alcuni affreschi sparsi nelle chiese del contado. Ma, come si legge nella seconda parte del volume, i dipinti del pittore marchigiano sono conservati nei più importanti musei del mondo. Basterà ricordare solo alcuni nomi: Museo Piersanti di Matelica, Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, Galleria Nazionale d'Arte Antica di Roma, Pinacoteca Vaticana, Galleria degli Uffizi di Firenze, Musée du Petit Palais di Avignone, Galleria di Zagabria, National Gallery di Londra. Altre opere dell'artista sono esposte in prestigiosi musei americani a Baltimora, Cleveland, New Haven e New York. Segue una ricchissima appendice di documenti quasi tutti inediti (circa duecento) che sono il frutto di lunghe e pazienti ricerche negli archivi della regione. Per valutare l'importanza di questa sezione sarà sufficiente ricordare che prima del Paciaroni si conoscevano solo una ventina di documenti su questo pittore. Chiude infine il ponderoso lavoro una dettagliata bibliografia contenente i nomi di tutti coloro che in vario modo si sono interessati di Lorenzo d'Alessandro.