Un bel posticino. Lo Spoon River di Hermann Hesse

Un bel posticino. Lo Spoon River di Hermann Hesse

Quando Hermann Hesse arriva sulla Collina d'Oro, nella primavera del 1919, sente di aver trovato il posto dove ricominciare. Ha quarantadue anni, e trascorrerà in Ticino metà della sua vita: "il periodo più pieno, più ricco, diligente e luminoso". Si sposerà due volte, abiterà in una casa costruita su misura per lui, con le finestre sugli scorci preferiti del paesaggio, i giusti spazi per la solitudine e per incontrare gli altri a modo suo. Sulla sua tomba, nel cimitero di Sant'Abbondio, ogni giorno i visitatori lasciano caramelle, flautini, biglie di vetro e piccoli Buddha. E attorno a lui riposano gli uomini e le donne che incrociarono il suo cammino durante gli anni ticinesi, dall'ultima moglie Ninon al sindaco Alessandro Gilardi, dall'amico Hugo Ball al giardiniere Lorenzo Cereghetti, dall'editore Daniel Brody alla domestica Natalina Bazzari: persone note e meno note con le loro aspirazioni, affetti, drammi e soddisfazioni. Passeggiando per i vialetti di questo delizioso cimiterino di campagna, Carlo Zanda ha sentito tutto il fascino di un'esistenza racchiusa in quel mosaico di volti, alberi, pietre parlanti. Per tre anni, con passione e minuziosa pazienza, ha raccolto ricordi e testimonianze, sfogliato album di famiglia, scavato negli archivi, vagato tra erotti, locande e biblioteche. L'opera e la figura di Hermann Hesse si riflettono così, in una luce inedita, nelle storie e nelle immagini di cinquanta personaggi, evocati a uno a uno con attenzione storico-letteraria.
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