Kurt Schwitters
I manuali lo iscrivono al capitolo del dadaismo, ma i dadaisti duri non lo ammisero tra le loro fila. Per gli storici difensori della radicalità a un certo punto del suo percorso ha tergiversato, perdendo il filo delle conquiste sempre più estreme delle avanguardie. Per quelli difensori della continuità si è spinto troppo oltre in alcuni casi. Lui effettivamente aveva un'aria inclassificabile come la sua arte. Ha coniato per sé la denominazione "Merz". Assumeva l'espressione impostata quando si presentava - "Buongiorno, sono Kurt Schwitters, inchiodo oggetti sui quadri!" - o recitava una delle sue incomprensibili poesie in pubblico, ricominciando da capo ogni volta che veniva interrotto. Era sempre concentrato, sia che lavorasse o discutesse animatamente, sia che camminasse per strada con un amico, e allora lo vedevi chinarsi improvvisamente a raccogliere qualcosa da terra che poi ritrovavi dentro un suo collage. Poeta del riciclo, ha messo una testa di modella alla Madonna Sistina, ha trasformato scarti di tipografia in suoi "disegni", è uscito non solo dal quadro e dalla scultura, ma dall'ambiente stesso, sfondando soffitto e finestre quando il suo Merzbau non stava più dentro l'appartamento. Esiliato a causa del nazismo, non è più stato a suo agio in nessun luogo, e non solo ha costruito altri Merzbau dove si trovava, ha continuato a inventare anticipando l'arte dei decenni seguenti.
Al momento non disponibile, ordinabile in 3 settimane circa