Pietra sangue
Muri che crollano, rottami sulle onde, come in un trionfo di pagine e brandelli: sfilano le cose, in questi nuovi versi di Fabio Pusterla, tra luce e oscurità, e sono più i drammi che le gioie. Vengono cantati, quasi, questi luoghi cupi, quelle immagini piene di strappi, da una voce sommessa, che sale dal basso, parla piano, dal fondo. Traccia cammini fatti di contrasti vivi, dolorosi: ma è la forza di quella voce, poi, a condurre ben oltre la disperazione. Proprio ciò che è inutile sa di intenso, ciò che cade in rovina alimenta la memoria. Con l'aiuto della penna, la voce per un istante ricompone lo strappo, lo sguardo avvista qualcosa che rimane: la poesia, appunto.
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