Melody
"Aspetto la rara scintilla anarchica in grado di mutare il 'deserto che avanza' in un bosco di rose ardenti", dichiarava Tomaso Kemeny nel 1976, alla pubblicazione del suo primo libro. Oggi, nella sua poesia sensualità e fisicità balzano subito all'occhio, sbucano direttamente dal caos dell'esperienza quotidiana. Poesie che corrono come cavalli in fuga, in cui si inseriscono sprazzi vivaci di memoria, capaci di trasformare cose piccole o ciclopiche in 'essenze' indimenticabili. Completano il libro un dramma-lampo e un quaderno di traduzioni, da Dylan Thomas ad André Breton, da Jozséf Attila a Seamus Heaney. Ma si tratti di poesie o di traduzioni, il linguaggio di Kemeny riesce sempre ad aprire nuovi squarci, quasi nuove figurazioni cosmogoniche.
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