Islam sì, Islam no. Le colpe dei musulmani e le nostre
Fra i maggiori conoscitori delle vicende mediorientali, che segue da un quarto di secolo come inviato speciale del "Corriere della Sera", Antonio Ferrari ci propone un volume che è come una sonda piantata nel cuore dei dieci Paesi musulmani più esposti: vittime e complici del loro destino. Si raccontano (con molti particolari inediti) i tentativi di annientare la famiglia reale giordana; le pericolose sbandate della società palestinese; le tentazioni dinastiche dell'Egitto; le manovre di una Siria isolata; le fragilità del Libano; il disastro dell'Iraq; la minaccia iraniana; i segreti dell'Arabia Saudita; la scommessa europea degli islamici turchi; l'ambigua posizione del Pakistan; i retroscena degli attentati contro il presidente-dittatore Pervez Musharraf e così via. Un'analisi che porta l'autore a conclusioni ben precise. Il terrorismo islamico che spaventa il mondo ha un nemico su tutti: l'Islam. E un obiettivo prioritario: abbattere con la violenza i regimi moderati. La democrazia, che si vorrebbe innestare nell'Islam, rischia di favorire gli estremisti. Anzi, li ha già favoriti.
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