Ambivalenze. Figure della scrittura tra filosofia e letteratura

Ambivalenze. Figure della scrittura tra filosofia e letteratura

Tutti gli autori – filosofi, letterati – che qui vengono presi in considerazione sono suscettibili, malgrado il loro pensiero ufficiale e le loro opere più conosciute, di essere sussunti sotto il titolo comune di ambivalenti. Alle spalle di questa categoria, che si può ritrovare sotto altri nomi in molti luoghi della modernità, c’è la consapevolezza di un avvenuto dominio del nichilismo, vissuto con maggiore o minore disagio, ma pur sempre presente come convitato di pietra alla tavola di ogni scrivente, sia esso poeta, narratore, filosofo. Per quanta nostalgia dell’assoluto si possa avere, le ideologie e le mitologie che lo hanno sostituito hanno prima o poi dimostrato che possono rovesciarsi nell’opposto di quanto promettevano: ecco il cuore dell’ambivalenza all’opera, ogni giorno e in ogni pagina scritta, insieme all’attitudine paradossale, presso chi ne è consapevole, a un’incessante coazione a ripetere, comunque e sempre, il proprio indefettibile desiderio di utopia.
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