Ottavio Bonomi. L'attualità di un testimone del Novecento
"Tutti oggi sono pronti a riconoscere che le città meglio riuscite, le più vive, le più umane, le più belle sono quelle medioevali, quelle spontanee costruite poco a poco dai cittadini, dalle confraternite, dalle famiglie. Mentre tutti sono pronti a criticare le città o i quartieri macchinosi e freddi sfruttati fino all'ossessione, pur con le strade diritte, dei nostri giorni. Sono i progetti dei tecnici impreparati o di imprenditori il cui interesse è solo il guadagno facile e non certo l'ambiente sereno per la vita dei nostri bambini, delle nostre famiglie, dei nostri lavoratori, dei nostri vecchi. Ma come è possibile essere ancora noi cittadini, noi persone, noi comunità vivente e pensante, essere soggetti delle nostre case e delle nostre città e ridimensionare i tecnici al ruolo di interpreti sensibili e intelligenti. [...] Tutto questo è possibile se la comunità prende coscienza del problema di come realizzare gli ideali umani e democratici." Ottavio Bonomi (Pavia 1921-1968), ingegnere, urbanista e insegnante, impegnato nell'associazionismo e in politica, nella FUCI e poi nelle ACLI e nella DC, sia a livello locale sia a livello nazionale, è stato testimone e protagonista di una stagione eccezionale, segnata da un fermento innovativo e costruttivo irripetibile, nell'Italia del dopoguerra e quindi della ricostruzione postbellica, fino agli anni del grande sviluppo economico e delle tensioni politiche e sociali che porteranno al '68. Influenzato da Le Corbusier e Wright, ha progettato e realizzato alcune opere di grande modernità e ha partecipato alla stesura di piani urbanistici e viabilistici molto innovativi.
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