Il processo di Socrate. L'Apologia rievocata da un discepolo d'eccezione
Atene, anno 399 a.C., fine gennaio. In un'aula gremita di folla e carica di tensione si celebra il processo di Socrate, il filosofo accusato di corrompere i giovani con i suoi insegnamenti, di mancare di fede negli dèi della città, di introdurvi divinità nuove. Come prevedeva la legislazione ateniese, l'imputato pronuncia di persona la propria difesa davanti ai giudici. In un avvincente crescendo, fino alla conclusione del discorso dopo la condanna a morte, la difesa si trasforma in una serena ma ferma denuncia della falsa coscienza di una città e di una democrazia in crisi. E appare sempre più a fuoco il primo ritratto del "martire", l'irriducibile testimone di verità scomode e destabilizzanti per tutti quelli che leggono il loro profitto nel mondo com'è e non nel mondo come dovrebbe essere.
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