Torinesi. Guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù
Come è cambiata Torino dopo le Olimpiadi? E i torinesi? Riccardo Humbert sostiene che siano cambiati, e molto: l'evento sportivo sembra aver provocato una trasformazione antropologica che li ha portati a una nuova riscossa. Per molti anni i torinesi sono stati considerati degli individui ombrosi, schivi, propensi a una dannosa introspezione. E anche la città, spesso definita "magica", ha finito negli anni con l'essere considerata più che affascinante, un po' d'antan, famosa per il suo glorioso passato, non certo per il suo fulgido presente. Fino a poco tempo fa, almeno il 50 per cento degli italiani considerava Torino una metropoli grigia e brutta e rispetto alla rivale Milano, ormai avviata a un lento e inesorabile declino. Ma a partire dal gennaio 2006, ossia da quando i torinesi si sono convinti che le Olimpiadi Invernali si sarebbero disputate proprio nella loro città, qualcosa è cambiato: un'indagine sui consumi condotta dalla Camera di Commercio evidenzia che la "città da bere" si è spostata sotto la Mole. A Torino ci si diverte di più, mentre a Milano si va avanti a sogliole, insalate e antidepressivi.
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