Mamma è matta, papà è ubriaco
Dall'autore di L'arte di collezionare mosche – bestseller mondiale, tradotto in più di venti paesi – un nuovo originalissimo libro sulle coincidenze. «Sjoberg mi interessa forse proprio per quello, perché nota cose diversissime da quelle che noterei io. Il suo è lo sguardo del collezionista, e il suo delirio è il delirio del collezionista.» - Paolo Nori, TuttoLibri «Spassoso, stravagante, ricco, iconoclastico, brillante». - Wall Street Journal «Fredrik Sjöberg è il Karl Ove Knausgård dell'entomologia, assolutamente affascinante». - The Daily Beast «Fredrik Sjöberg scrive con una passione contagiosa!». - The Indipendent «Nel condividere l'esperienza della solitudine e della riflessione, Sjöberg invita i lettori a guardare attraverso i suoi occhi, con un linguaggio che è spesso poetico, a volte imperscrutabile». - Kirkus Reviews È osservando un enigmatico quadro dipinto più di un secolo fa che l’irresistibile affabulatore Fredrik Sjöberg ricostruisce la vita del pittore danese Anton Dich, artista di talento che non raggiunse mai il successo, eccentrico outsider dimenticato che visse i suoi giorni segnati da fallimenti e intrighi famigliari, tra la Danimarca, la Parigi delle avanguardie e la riviera ligure. Come accade sempre nei libri di Sjöberg, la vita di Dich non è che il punto di partenza per indagare in infinite direzioni e interrogarsi. Innanzitutto: come mai un pittore di talento non ha mai ottenuto alcun successo ed è anzi stato sostanzialmente cancellato dalla storia dell’arte? Scavando nelle vite con la sua insaziabile curiosità, Sjöberg incrocia il destino di Eva Adler, moglie di Anton, già vedova del celebre pittore Ivar Arosenuis, ed esplora i complicati legami intrecciati dagli Adler, famiglia matriarcale divenuta ricchissima grazie all’industria casearia. Un vivace affresco di un’epoca e di una famiglia, di personaggi talentuosi e camaleontici, di figure femminili forti ed emancipate che si muovono in ambienti intellettuali e artistici a fianco di Modigliani, Brecht, Picasso e Gertrude Stein, ma anche Adolf Hitler, compagno di accademia di una delle sorelle Adler. Un turbinio di riferimenti ad artisti e autori, tratteggiato con l’inconfondibile arguta ironia di Fredrik Sjöberg che in questo nuovo inclassificabile libro si interroga su come le coincidenze, gli eventi e gli incontri fortuiti, governino il destino degli artisti. E sulla fortuna di chi cerca di ricostruire la loro vicenda, oltre che, in fondo, tutta la nostra esistenza.
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