T. Singer
T. Singer è il romanzo più esplicitamente esistenziale di Dag Solstad. Una storia su un'irriducibile solitudine nello stile classico, straziante ma cupamente comico del grande autore norvegese. Postfazione di Goffredo Fofi «Che cosa aveva fatto della sua vita? Questo era il pensiero fisso di un uomo che nemmeno per un solo momento aveva creduto che la sua esistenza avrebbe potuto essere diversa.» Singer è un aspirante scrittore di 34 anni, una specie di Bartleby norvegese le cui nevrosi lo hanno costretto a «salutare i giorni inebrianti della sua giovinezza» e ad abbandonare i suoi esilaranti tentativi di scrivere la frase perfetta. Dopo aver completato la formazione da bibliotecario, Singer sale su un treno diretto verso la piccola città di Notodden, nella regione montuosa del Telemark, per lavorare nella biblioteca locale intenzionato a iniziare una vita semplice, ben ordinata e volutamente anonima. Dopo un bizzarro incontro con un milionario che gli rivela un sistema infallibile per fare soldi, Singer si sistema in un triste matrimonio con la ceramista Merete Saethre, e la aiuta a prendersi cura della figlia Isabella, nata da una precedente relazione. Dopo alcuni anni insieme il rapporto inizia a vacillare ma, mentre la coppia è sul punto di separarsi, un incidente d’auto provocherà un drammatico cambiamento nella vita di Singer... Il narratore di T. Singer dichiara espressamente fin dall’inizio che questa non è una storia allegra, tuttavia, come in tutte le opere di Dag Solstad, la scrittura è segnata da una magistrale combinazione di umorismo, ossessione e radicalità che fanno di questo romanzo esistenziale un capolavoro della letteratura norvegese.