Con il rigore della giornalista d’inchiesta e lo sguardo misericordioso privo di retorica dei migliori scrittori, Majgull Axelsson con il suo Io non mi chiamo Miriam, ci regala una prospettiva nuova e rischiosa sull’universo dei campi di sterminio. Un libro di due anni fa che non smette, purtroppo di essere attuale. Perché non smette di essere attuale la barbarie e l’orrore...
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