Il pazzo dello zar
Dopo nove anni di prigionia nella fortezza di Schlusselburg, il barone Timo von Bock, dichiarato pazzo, viene confinato con la famiglia nei suoi possedimenti baltici, sotto la stretta sorveglianza di spie governative. Che crimine ha commesso questo brillante aristocratico e colonnello dell'Impero russo, ammirato da Goethe e amico intimo dello stesso zar Alessandro? Nato nella culla dei privilegi, Timo è colpevole della follia di non riuscire a scendere a patti con i propri ideali rivoluzionari, un liberale troppo avanti con i tempi, che rifiuta una principessa per sposare una contadina, che libera i suoi servi e tratta da pari i domestici, fino a scrivere allo zar, con la schietta lealtà che il sovrano esige da lui, un'infuocata denuncia contro il regime. Come un "chiodo piantato nel cuore dell'impero", con la purezza pericolosa di un bambino, Timo ingaggia una lotta a distanza con il sovrano, che tenta ogni genere di lusinga e di persecuzione per "guarirlo", in un confronto tra l'intellettuale e il potere, lo spirito libero e il conformismo, e tra due eroi tragici fatalmente legati da un'impossibile amicizia. Jaan Kross si ispira a una reale vicenda storica per scrivere il suo grande romanzo contro l'oppressione, la stessa che i suoi Paesi Baltici continuavano a subire, non più dai Romanov ma dall'Unione Sovietica, e che l'aveva condannato a otto anni di prigionia.Postfazione di Goffredo Fofi.