Un pezzo d'uomo
Salme Malmikunnas, loquace vecchietta di provincia, accetta il patto diabolico di uno scrittore in crisi creativa: 7000 euro per i "diritti della sua intimità", e la sua vita diventerà un romanzo. Nello squallido caffè di una stazione di servizio, registratore sul tavolo e taccuino alla mano, lo scrigno dei ricordi si spalanca: gli anni tra i pizzi e i bottoni della sua merceria, l'improvviso mutismo del marito Paavo, le emozioni che solo i figli possono dare. Ma quanto è attendibile una madre che parla dei propri figli? Quanto c'è di vero e quanto è invece frutto del potere seduttivo delle parole? E come racconterà la storia lo scrittore? Perché, a ben guardare, la realtà non è esattamente come è stata narrata, ma molto più amara e assurda dell'invenzione, o meglio, così maledettamente vera da sembrare inventata. E solo il crudo iperrealismo di Hotakainen può dipingerla, con quell'umorismo affilato che muove il riso e le lacrime, restituendoci la tragicommedia del vivere contemporaneo.
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