El negro e io
Nel 1983 Frank Westerman, visitando un museo in un piccolo villaggio spagnolo, scopre in una bacheca di vetro un singolare pezzo d'esposizione: il corpo imbalsamato di un africano senza nome. "El Negro" per i locali: ma chi era quest'uomo? E chi ha impagliato il suo corpo, a quale scopo? Vent'anni dopo, Westerman intraprende un viaggio dai Pirenei a Parigi, dalla Sierra Leone al Sudafrica, tentando di restituire a El Negro un'identità, e lanciandosi in prima persona in una ricerca che interroga la sua stessa identità di europeo. Ricostruendo le sue vicende, dall'arrivo in nave come trofeo colonialista all'inizio del XIX secolo alla sua scomoda presenza durante le Olimpiadi del 1992 a Barcellona, El Negro rispecchia impietosamente lo sguardo dell'Europa sul resto del mondo: "il modo in cui l'abbiamo guardato e lo guardiamo tradisce il nostro pensiero su razza e identità". E le tracce di questa immaginaria superiorità europea si trovano tanto nei passati orrori dell'età coloniale quanto nelle odierne ipocrisie degli aiuti allo sviluppo, che l'autore osserva dall'interno con disillusione. Un'indagine "in soggettiva" che intreccia storia, reportage e autobiografia: tra precisione documentaria e passione per il raccontare, mettendosi sempre in gioco e in discussione, Westerman ci trascina in un confronto problematico con "l'altro".