Tiro ai cigni
Quanto c'è di autobiografico in un romanzo, come scatta la scintilla dell'invenzione, e i personaggi? E a queste domande che Hella Haasse risponde in "Tiro ai cigni", lasciandoci entrare nella sua creatività e assistere al processo alchemico della scrittura. Un "autobioromanzo", l'ha definito lei stessa, in forma di puzzle: una premessa, il racconto di un viaggio in treno che ne contiene già tutte le tessere, una parte autobiografica, in cui rievoca le vicende della sua famiglia cosmopolita, dalle origini di ebrei ungheresi, attraverso Germania, Paesi Bassi, Giava, l'Amsterdam del presente e della giovinezza, fino all'Australia, scelta come patria dal fratello. Al centro, il "romanzo": la storia di Jason, giovane australiano che si perde nella selva oscura del bush per trovare se stesso, dove ricompare la stessa ricerca di verità che caratterizza l'autobiografia. Le figure dominanti delle nonne, i non detti dei genitori, l'incontro con l'uomo della sua vita, la scoperta di una sorellastra indonesiana rivivono nell'indagine tra reminiscenze e documenti e segreti familiari, per arrivare a capire le proprie contraddizioni, il senso di non appartenenza, la fonte nascosta della sua creatività. Ma è il rapporto tra realtà e immaginazione il tema unificatore di fondo filo rosso dei ricordi e della narrazione; non è la verità dei fatti che conta, ma il significato che assumono nel racconto che facciamo a noi stessi della nostra vita.
Momentaneamente non ordinabile