Poteri di vita, poteri di morte. Introduzione a un'antropologia della repressione
"La nozione di repressione non ha alcuna consistenza antropologica se viene semplicemente usata per caratterizzare un tratto essenziale della società occidentale o anche un insieme di forme politiche di cui la società occidentale sarebbe la realizzazione compiuta." Contro chi ha voluto vedere nelle cosiddette società primitive la differenza assoluta,"la forma pura di una libertà perduta","un'umanità più preoccupata dell'uguaglianza o più vicina a qualche fondamentale spontaneità", Marc Augé propone una lettura attenta e fedele dei dati etnologici. Il mito del buon selvaggio, per quanto espresso nel linguaggio del progressismo intellettuale e politico, è in realtà portatore di una visione della storia di tipo evoluzionistico e imperialistico. Tutte le società sono repressive, al di là delle specifiche istituzioni che le caratterizzano. Attraverso l'esame delle società lignatiche e dell'attuale società dei consumi, si sviluppa la tesi fondamentale del saggio: "l'ideologia è sempre ideologia del potere". Distinguere tra ideologia dominante e ideologia dominata, sostiene Augé, è pura speculazione intellettuale: l'ideologia dominante è quella di tutti in ogni senso. Poiché all'interno di una stessa società l'affermazione individuale passa per l'emancipazione politica, "nessuno può esigere il senso senza respingere il potere, cioè, in fin dei conti, senza rivendicarlo".
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