La coscienza in psicoanalisi
Da dove origina la coscienza? Possiamo in qualche modo definirla o al meno cercare di descriverla? Oppure dobbiamo rassegnarci a considerarla soltanto un 'effetto' secondario, non necessario, dell'attività psichica? Analizzando il "giudizio di realtà" in quanto funzione particolare del "sistema conscio", l'autore mette in luce l'importanza che la coscienza riveste nella pratica clinica psicoanalitica. Infatti, la cornice di regole e condizioni al cui interno deve svolgersi la comunicazione verbale e affettiva tra due persone rende la seduta psicoanalitica il campo di osservazione privilegiato dei fenomeni legati a tale funzione. A partire dall'eredità di Freud, la cui opera è densa di osservazioni e costruzioni relative ai fenomeni di coscienza e al sistema conscio, ma che al termine delle sue ricerche dovette riconoscere come la coscienza si sottragga 'caparbiamente' a tutti i tentativi di spiegazione e descrizione, questo libro si propone di illustrare alcune caratteristiche individuabili dell'"effetto di coscienza", e in particolare le necessità - coerenza, unità, qualificazione - di cui sembra essere l'espressione.
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