Terapia psiconalitica delle malattie depressive
Momento di rottura, vero e proprio crollo narcisistico che sgretola la corazza caratteriale, la depressione è il luogo in cui lo psicoanalista incontra, più che altrove, il dolore e l'odio, la colpa e il lutto. Muovendo dall'idea della depressione come essenza della crisi esistenziale dell'era contemporanea, gli autori delineano un modello di terapia che tende a far prevalere la consapevolezza del paziente sulle istanze portatrici dell'istinto di morte, mettendo in questione la tradizione psicopatologica non solo rispetto alla depressione ma anche rispetto all'intera concezione della cura. La psicoanalisi classica, dominata dalla teoria dell'istinto di morte, ha accentuato il senso di colpa dei pazienti depressi, spingendoli verso una 'riparazione' che Lopez e Zorzi disvelano come vero e proprio masochismo. La psicoanalisi attuale ha semplicemente rovesciato l'impostazione classica, senza perderne la tonalità depressiva. Fra queste correnti la posizione degli autori segue la 'via di mezzo', armonizzando le istanze più costruttive della psicoanalisi in una teoria della "tensione relazionale". Tale teoria implica il superamento del dominio degli oggetti esterni e interni da un lato e delle pretese narcisistiche dell'Io-Sé dall'altro, in modo da pervenire a un equilibrio relazionale dell'Io-Sé con gli oggetti interni ed esterni.
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