La memoria, la storia, l'oblio
Il dovere della memoria. Si ha certo ragione di invocarlo contro la tentazione di dimenticare i periodi bui della storia individuale o collettiva. Paul Ricoeur, uno dei più importanti filosofi contemporanei, ci aiuta a interpretare questa ingiunzione, a riscoprirne il senso e la pertinenza, completando qui il lavoro di approfondimento sulle tematiche del tempo e dell'identità che percorrono gli altri suoi scritti. L'opera si divide in tre parti - dedicate rispettivamente a una fenomenologia della memoria, a un'epistemologia della storia e a un'ermeneutica della condizione storica - e il problema che le attraversa è quello della rappresentazione del passato. Cos'è il ricordo? Cosa significa scrivere la storia? Lontano da una visione totalizzante delle vicende umane riunite in una filosofia della memoria, Ricoeur conduce un'ermeneutica della vita umana che, svolgendosi nel tempo, è storica e come tale intessuta di memoria e oblio. In questo senso l'indagine richiama con forza, ancora una volta, il tema dell'identità: il fatto di vivere la nostra vita nel tempo implica la difficoltà di stabilire una nozione di identità personale immutabile, data una volta per tutte. La preoccupazione dell'autore è allora quella di vedere a quali condizioni si possa parlare di una memoria felice - e di un oblio felice riequilibrando gli scarti del passato, pagandone i debiti insoluti e aprendosi, se possibile, all'esperienza del perdono.
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