Le stagioni degli dei. Storia medica e sociale delle droghe
Sciamani che invocano l'Aria; Greci che cercano in erbe e profumi esotici la conoscenza del dio; patrizi e plebei della romana 'res publica' accomunati dalla passione per sostanze vietate; sacerdoti di Cristo che scolpiscono il volto di Satana nelle loro fobie; magistrati che fondano la modernità coi roghi di streghe e di eretici. E poi, una corporazione di medici che ricostruisce la propria disciplina come scienza naturale; commercianti e missionari della 'grande' Inghilterra che indicano all'esercito di Sua Maestà la via per imporre alla Cina l'oppio dell'India; filantropi che scoprono 'stupefacenti' panacee contro il disagio della civiltà; stati che praticano quello che i libertari si ostinano a chiamare 'il vizio di proibire'. Che sia il moralismo il vero 'oppio dei popoli'? La storia delle 'droghe' rispecchia in ogni sua piccola piaga la grande avventura umana: da segni della nostalgia per le stagioni in cui i mortali riuscivano a parlare con gli dei a esempi di economia globale 'ante litteram', le droghe sono sempre state declinate 'al plurale', poiché sul dato fisico e biologico si è innestato il giudizio di valore. Non si vive (e non si muore) di sola eroina. Se avete inn tasca un pacchetto di sigarette o tenete nascosta sotto la giacca una fiasca di whiskey, siete avvisati.
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