Il Sassetta e il suo tempo. Uno sguardo sull'arte senese del primo Quattrocento. Ediz. illustrata
La mostra su Stefano di Giovanni detto il Sassetta e il suo tempo nasce come un'iniziativa indispensabile per approfondire la conoscenza del patrimonio storico-artistico del Museo di San Pietro all'Orto a Massa Marittima, dove si conserva un "Angelo annunciante" dipinto dal maestro senese per un polittico oggi disperso. Per la mostra sono state riunite ben 26 opere di dimensioni piccole e medie, che hanno permesso di formare la prima mostra monografica sul maestro senese e di rileggere il suo percorso artistico alla luce delle recenti acquisizioni critiche prodotte dalla storiografia, ma anche generate dai restauri. Il primo è stato riservato alla "Madonna in umiltà", proveniente ab antiquo dalla pieve di San Giovanni Battista a Basciano, che si è confermata come uno splendido 'manifesto' dell'attività iniziale del Sassetta; il secondo è stato un intervento di 'rivelazione', che ha permesso di recuperare sotto una completa e deturpante ridipintura di età tardo barocca un'altra affascinante "Madonna col Bambino" dell'attività matura del pittore. Il catalogo offre l'occasione per tracciare un profilo di questo straordinario pittore, che seppe recuperare la lezione tecnica e stilistica dei grandi maestri del primo Trecento, come Simone Martini e Ambrogio Lorenzetti, ma tenendosi aggiornato su quanto stavano facendo i protagonisti del momento della pittura in Toscana, come Gentile da Fabriano, Masolino da Panicale e Masaccio. Leggendo il profilo e le schede delle opere del Sassetta si potrà tracciare in filigrana anche la sua fortuna dal Novecento fino ai nostri giorni, partendo dalla lettura decadentistica e orientaleggiante di Bernard Berenson, che Roberto Longhi (1940) definì sprezzantemente "pseudo buddistica", per passare alle prime ricostruzioni filologiche del catalogo (Robert Langton Douglas, Frederick Mason Perkins, Giacomo De Nicola), raggiungere la fulminante definizione storica nell'ambito della pittura toscana del primo Quattrocento e la pulizia filologica del suo catalogo suggerita dal Longhi (1940), approfondire gli studi con le monografie di stampo formalistico di John Pope-Hennessy (1939) e di Enzo Carli (1957), per approdare di fronte al vasto pubblico con tre importanti mostre, dove il maestro senese ha avuto un ruolo significativo ("Il gotico a Siena", Siena 1982, con la versione avignonese del 1983; "Painting in Renaissance Siena", New York 1988; "Da Jacopo della Quercia a Donatello. Le arti a Siena nel primo Rinascimento", Siena 2010) e giungere infine agli interventi specialistici dei tempi recenti, che hanno indirizzato le ricerche tanto sulla documentazione e sulle funzioni delle opere quanto indagato sulle complesse tecniche pittoriche dei dipinti. Per presentare un profilo sensato del Sassetta occorreva anche dare uno sguardo al contesto in cui si trovò ad operare. Nel catalogo si rimanda ai modelli fiorentini con alcune immagini essenziali, mentre per l'ambiente senese si è avuta la possibilità di rappresentare la produzione di artisti che mantennero alto il livello della scuola locale, percorrendo le stesse linee di interesse seguite dal Sassetta e confrontandosi necessariamente con il suo ammirevole e condizionante esempio.
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