La questione del senso. Con Heidegger e Wittgenstein sull'enigma dell'esistenza
"Sono. Siamo. Il mondo è. Perché? Perché l'essere piuttosto che il nulla? Qual è, insomma, il senso dell'essere?". Domande, queste, con cui l'uomo di ogni dove e di ogni quando è stato ed è chiamato, in modo più o meno consapevole, a fare i conti. L'intera sua impresa conoscitiva (mito, religione, metafisica, scienza) potrebbe infatti essere interpretata come un audace tentativo di trovare ad esse una risposta. Ma che senso hanno queste stesse domande? Da dove provengono? Di che cosa vanno realmente alla ricerca? Esiste davvero un senso che possa essere eventualmente compreso e che sia perciò in grado di gettare una luce rivelatrice sull'enigmatico fatto: che il mondo è? E questo fatto, dopotutto, rappresenta davvero un problema da risolvere tra gli altri, o non si tratta piuttosto di una singolarità irriducibile, di un miracolo che chiede soltanto d'essere ammirato?
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