Il libro dei vini 2007. Conoscere e scegliere il vino

Ne "Il libro dei vini" c'è spazio per il significato che un vino può avere per ciascuno. C'è uno 'spirito' conservato in una damigiana miracolosa, che si riversa annualmente sulla carta de "Il libro dei vini". È quello di Hugh Johnson, che distilla anche per il 2007 notizie utili a sorseggiare vini giusti al momento giusto. Con sobrietà - almeno fino alle libagioni - accompagna il lettore nelle vigne più o meno estese del mondo, tra cantine artigianali o industrializzate, citando etichette blasonate o conosciute solo da amatori, badando al palato del consumatore, al legame tra terra e produttore... e così obbliga le enoteche a riservargli un posto sullo scaffale. Un anniversario affrontato con un'edizione ricca. In quella damigiana trova spazio anche il Trentennale, una scadenza importante per una guida, che giudica e consiglia senza stilare classifiche. E come se si assistesse alla stura di un'edizione fatta decantare a lungo in botti sopraffine. E sono tali e tante le nuove informazioni che sembra di assistere ai fuochi d'artificio dei trenta capodanni di turaccioli saltati seguendo il "piccolo Johnson", interprete della Storia attraverso il privilegiato osservatorio del gusto. "Equilibrio: ci vuole armonia per far cantare un vino e per evitare di far gridare o mugugnare un vino". E la Storia mutava i confini mondiali e le tante cartine della bussola enologica del 'Johnson' si aggiornavano per orientare meglio la scelta su vini capaci di sgretolare meglio i muri, sciogliere le divisioni e far conoscere i prodotti della terra dei vignaioli lontani e vicini. I vitigni migrano e i prezzi dettati dalla globalizzazione condizionano anche le mode. Hugh Johnson registra questi gusti e li confronta con quello che 'dicevano i vecchi'.