Salvo il crepuscolo
Durante il suo lungo percorso letterario Julio Cortázar ha sempre scritto poesia, considerandola un rifugio, un luogo dove tornare a casa. Quando ormai sapeva di essere prossimo alla morte volle sistemare il suo corpus poetico in questo libro, che perciò viene considerato dalla critica il suo testamento artistico. Salvo il crepuscolo consiste di circa centocinquanta poesie, ma offre anche godibilissime pagine in prosa che fanno da contrappunto ai versi. In questi brani, un Cortázar ormai consacrato racconta in una sorta di laboratorio creativo il suo stesso compito di selezione e sistemazione della raccolta: lo vediamo rovistare in vecchi cassetti, trascrivere versi recuperati da fogli e scontrini, da pagine strappate o preziosi quaderni di carta giapponese, tracciando così una cronistoria interna al libro stesso. Le forme si alternano con ironia e profondità, come in ciascuna delle opere dell'autore argentino, mentre vediamo sfilare una sequela di personaggi o di figure con cui l'autore instaura un ideale, brillante dialogo: da Dafne a Mallarmé, da Poe a Holderlin, da Giulio Cesare a Rilke, da Marco Polo a Janis Joplin. Un prezioso volume per completare la conoscenza di Cortázar o per avvicinarsi per la prima volta alla sua opera.Con che liscia dolcezzami solleva dal letto in cui sognavoprofonde piantagioni profumate,mi passa le dita sulla pelle e mi disegna nello spazio, in bilico, finché il baciosi posa curvo e ricorrente...così che a fuoco lento abbia iniziola danza cadenzata dell'incendio che ci intreccia in raffiche, in spirali, l'andirivieni d'un uragano di fumo—(Perché, poi,quel che resta di meè solo un annegare nella ceneresenza un addio, senza nient'altro che il gesto di liberare le mani?)