Sette case vuote
Nella tradizione di quei racconti del terrore che sono anche splendidi racconti realistici, Samanta Schweblin mette a nudo il lato più spettrale e perturbante della realtà, con una penna finissima e un ritmo che cattura dalla prima all'ultima pagina.«Samanta Schweblin ha storie da raccontare, ha ritmo, ha poesia. Ha uno sguardo personalissimo sulle cose» – Le MondeUna figlia accompagna la madre a guardare, e invadere, le case degli altri; un uomo nasconde all'ex moglie che i bambini stanno scorazzando nudi in giardino con i nonni; una donna vive l'incubo costante di raccogliere i vestiti del figlio morto dei vicini, che ogni giorno vengono gettati in cortile; uno sconosciuto accompagna una bimba a comprare delle mutandine a cuori; un'anziana attende la morte impacchettando tutti i suoi averi. Sette case, ognuna popolata da una storia, da un punto di vista altro, particolare. Sette storie costruite intorno a un dettaglio indecifrabile, a un timore: che a guidarci in queste pagine sia la voce di una bambina di otto anni, di una donna in crisi o di un'anziana delirante, vi troveremo personaggi messi a confronto con l'inquietudine che si cela nel quotidiano, con paure proprie e altrui, in un gioco di specchi che punta a ribaltare ogni pregiudizio, ogni idea sicura sul concetto di normalità.
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