Trance. Autobiografia di un lettore
Senza rinunciare a una prosa raffinata e avvolgente, in questo libro Alan Pauls ci appare non solo in veste di scrittore, ma come un lettore in stato di trance che trova nella scrittura l’occasione di continuare a leggere per sempre. «Pauls descrive un rapporto viscerale, fisico, un rituale antico quanto la lingua. Un atto che può essere solo esclusivo, ed è questa "la sua perversione, il suo anacronismo, e anche la sua potenza". Forse l'unico specchio che l'umanità ha per guardarsi» - Jessica Chia, La Lettura “Alan Pauls è la cosa migliore che poteva succedere alla letteratura argentina dopo Manuel Puig.” - Ricardo Piglia «Scopre molto presto che niente gli interessa più di leggere. Legge tutto quello che può, tutto quello che trova. Legge anche quello che non capisce» Così si apre Trance, il libro che Alan Pauls dedica alla lettura. Affidandosi alla terza persona, l’autore gioca con i generi creando un glossario – sull’esempio di Roland Barthes in Frammenti di un discorso amoroso – che è al tempo stesso di spunto romanzesco: la storia di una passione compulsiva, ostinata, smisurata. Per il narratore, leggere non è che un vizio, una pratica militante della quale non può fare a meno: a tutti gli effetti una dipendenza. Ogni voce del glossario ci svela, in ordine alfabetico-sentimentale, una delle tante manie del lettore protagonista, o uno scrittore che gli sta particolarmente a cuore, o un libro che ha segnato irrimediabilmente il suo percorso: da Proust, a Bolaño, allo strutturalismo; dalla meraviglia di far innamorare una ragazza leggendole qualche pagina, alla passione per i viaggi in aereo dove – confinato per ore in uno spazio microscopico – l’autore trova il suo habitat naturale per dedicarsi alla lettura. Senza rinunciare a una prosa raffinata e avvolgente, in questo libro Alan Pauls ci appare non solo in veste di scrittore, ma come un lettore in stato di trance che trova nella scrittura l’occasione di continuare a leggere per sempre.