Alzati. Qualcuno li sente i nostri silenzi?
"Mi assumo la responsabilità della banalità delle parole che ho scritto. Dei pensieri astratti, spesso incapibili ma, se stanno in testa evidentemente meritano di essere anche scritti, a modo loro. Ti parlo di me, della mia vita e dei miei silenzi. Fu quando assaggiai il sapore del dolore della morte, fu quando ebbi bisogno di sostegno, fu quando incontrai i suoi occhi, quando imparai a mettere penna sopra foglio, che capii che è tra le parole, la vera magia. Vedo nero, tutto spento. Le luci si spensero nello stesso istante in cui sono stata abbandonata. Il dolore prende fuoco, brucia ma, tiro fuori solo la cenere, lascio che ustioni solo me. Parlavo come loro una volta, non sapevo raccontare. Vidi la morte negli occhi, troppe persone hanno rinunciato alla loro vita. Avrei lottato me lo ero ripromesso. Ce l'avrei fatta. Per questo credo in voi, perché so, che nei vostri silenzi ci sono gli urli più profondi."
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