Sono tutte finali. La vita è una partita che tutti possiamo vincere
Fabio Caressa mette in campo l’«undici» ideale per affrontare le sfide più importanti. Se il calcio riesce ad appassionare milioni di tifosi in tutto il mondo, unendo culture e latitudini così differenti, è perché, più di ogni altro sport, sa imbastire storie e creare leggende, evocare imprese gloriose e rovesci epocali, coniugare impeto e razionalità, condensare genio e sacrificio. Perché fa discutere ragazzini e pensionati, imprenditori e operai. Il calcio ci insegna che ci sono situazioni che non si possono controllare e altre, invece, che dipendono dal nostro impegno e dalla nostra motivazione; che la prodezza del singolo non può prescindere dalla coesione della squadra; che la teoria è importante solo se possiamo metterla in pratica. Ed è proprio partendo da queste premesse che Fabio Caressa disegna il suo «endecalogo» (undici regole, come un modulo calcistico). Il «cazzeggio creativo» di Allegri e l’«ombrello» di Mourinho, il percorso «testa-cuore» di Conte e quello inverso di Ancelotti, il modo in cui Sacchi suddivide il campo e quello in cui Guardiola suddivide il tempo, la «maledetta» di Pirlo e l’implacabilità sotto porta di Inzaghi: spiegandoci le dinamiche dei protagonisti di questo sport, Caressa ci mostra come vincere nel lavoro e nella vita. La formula del successo? Proviamo con un bel 4-3-1-2: Portiere: il talento, ovvero la somma di caratteristiche individuali e radici culturali. Difensori: due colonne centrali – conoscenza e coraggio dell’originalità – e i terzini offensivi – perfetta esecuzione e cura dei particolari. Centrocampisti: visione, gestione del gruppo, ascolto-condivisione. Trequartista: cazzeggio creativo. Attaccanti: rispetto (di quello che si fa, del gruppo, delle leadership) e adattabilità al cambiamento. Il più amato giornalista sportivo italiano ci spiega le undici regole fondamentali per vincere nel calcio e nella vita.